Condivido con chi afferma che dubitare di se stessi significa soltanto essere insicuri.
Per ciò che mi riguarda prima rifletto per conto mio, studio, leggo, mi informo, sento ed elaboro le cose dentro di me giungendo a ciò che ritengo per me giusto. Insomma raggiungo la mia verità e di questa non dubito perchè so l'onestà di sentimenti e intellettuale che ci ho messo per raggiungerla. Poi, se è il caso, e con chi ritengo giusto farlo posso mettere in discussione la verità cui sono giunta cercando di difenderla e dimostrare all'altro che io ho ragione e lui sbaglia ma se e quando mi propone di riflettere su punti che io posso aver trascurato o interpretato male cerco di vedere se lui ha ragione o continuo ad avere ragione io. Alcune volte resto della mia idea altre ammetto di aver sbagliato e dò ragione a lui.
Dubitare di sè stessi è solo insicurezza, mettere in discussione se stessi invece alla ricerca di una verità comune, secondo me, è segno di apertura mentale e intelligenza.
Purtroppo non con tutti si può discutere ma solo con quelli coi quali si ha il medesimo punto di riferimento.
Un credente e un ateo è meglio che non discutano perchè nessuno dei due ha una verità dimostrabile così come un ebreo o un cristiano non possono discutere con un islamico perchè il punto di riferimento o meglio il concetto che hanno di quel punto di riferimento, per quanto lo definiscano con lo stesso nome, Dio, non è lo stesso.