Il bello di queste teorie sulla morte è che essendo per definizione non dimostrabili sono tutte valide.
Se si mettono da parte credenze religiose non esiste alcuna valida ragione per considerare la morte come un passaggio verso qualcosa.
La morte è semplicemente l'epilogo di ogni essere vivente, non è un passaggio, non è un tunnel con la luce in fondo e nemmeno noi stessi con una veste bianca che lasciamo il corpo per fluttuare via.
Con la morte nulla viene rivelato, non è un momento trascendentale, non fornisce una conoscenza intrinseca. Queste convinzioni poggiano su sentimenti religiosi (rispettabilissimi) ma su niente di concreto.
Molto spesso la morte arriva per anziani la cui mente è ormai ottenebrata dall'età e da eventuali malattie, oppure arriva improvvisamente, in un incidente violento (cosa purtroppo molto comune). Che rivelazione dovrebbe mai avere un individuo con la testa che "va e viene"? Quale illuminazione dovrebbe colpire un ragazzino un attimo prima che venga centrato da una macchina guidata dal solito ubriaco di turno?
Secondo me il caricare la morte di tutti questi significati positivi (rivelazioni, paradiso, "passaggio" ecc.) sono solo modi per accettare una cosa che non siamo disposti ad accettare e considerare per quello che è: Qualcosa che succede, inevitabilmente per tutti, a prescindere da tutto il resto.