Adoro gli scacchi, e li paragono spesso alla vita.
Nella mia vita non ho seguito una logica demagogica, ho semplicemente improvvisato perché nessuna strategia è vincente al 100 %.
Spesso ho avanzato timorosa a piccoli passi come il pedone, non mi sono spinta molto lontano, ma rimanevo vicina ai miei amici e la loro presenza mi rassicurava e costituiva la mia barriera difensiva.
Altre volte ho stravolto tutto, come il movimento ad elle del cavallo, cambiando prospettiva, saltando via e guardando indietro da un' angolazione del tutto nuova.
Altre ancora mi sono spinta trasversalmente, mentre il resto del mondo continuava a giocare dritto e pronto all' impatto, ho guadagnato tempo e ho furbamente occupato una psizione di semi-invisibilità, sfuggendo agli occhi altrui come fa l' alfiere.
In alcuni momenti mi sono sentita grossa e possente, senza passare inosservata ero lì a vivere la mia vita e gli altri sembravano piccoli, gracili e sminuti al mio intorno. Mi sentivo massiccia come una roccia, talvolta ingombrante come la torre.
In altre circostanze poi, mi sentivo divina, colei che tutto può, non avevo timore di fare disfare, minacciare, attaccare. Ero spavalda e sicura di me, forte e determinata come la regina.
Ora mi sento come il re, mi muovo a piccoli passi e solo nel mio intorno, ma ho finalmente capito il mio valore.
Ho capito che nonostante amo gli altri fino allo sfinimento rimango comunque il pezzo più importante di questa folle scacchiera che è la vita.