L'anno scorso è morta mia nonna. Quando me lo dissero non ci volevo credere. Urlai, piansi, mi dimenai... Ero arrabbiata. Con chi ero arrabbiata? Con lei che era morta, con i medici che non erano riusciti a salvarla...
Inoltre non andai nemmeno in camera mortuaria. Preferivo ricordarla viva che morta. Il funerale fu orribile. Tantissime persone erano lì, per lei, per darle l'ultimo saluto. Piangevo tanto, e vedere mia madre disperata mi faceva soffrire ancora di più. Pensavo che le persone che mi circondavano quel giorno in Chiesa, provassero compassione per me e per la mia famiglia. Compassione perchè avevamo perso una donna fantastica. Beh, l'ultima cosa che in quel momento desideravo era la compassione. Nei giorni seguenti vissi la vita come in un incubo. I divertimenti, gli svaghi, le piccole preoccupazioni quotidiane non avevano nessun valore in confronto alla mia perdita. Mi ripresi un poco per volta. Iniziai a coltivare l'idea che in realtà lei non mi avesse abbandonato, che mi vedesse dall'alto del Cielo, e ogni cosa importante che mi accadeva la dedicavo a lei: "Vedi nonna? ho preso un bel voto nell'esame, è andata bene... Peccato che non possiamo festeggiare insieme"...
Ora la vita ha ripreso il suo corso. Cerco di non pensarci troppo spesso, e ogni volta che mi capita di entrare in Chiesa accendo per lei una candela, in sua memoria. Se vado a trovarla al Cimitero, le racconto mentalmente tutto ciò che mi è successo.
Tu non devi dimenticare tuo nonno, devi solo provare a rivivere le altre gioie che la vita ci regala. Continuare a piangere non cambierà le cose. Ora, a distanza di un anno, devi guardare avanti. Thomas Woolf una volta scrisse: "indietro non si torna". I ricordi, le memorie, il passato, sono importanti. Ma ancora più importante è camminare verso un futuro. Un futuro con a fianco il tuo caro che veglia su di te come un angelo. Fallo per te stessa. Fallo per lui.