Mi sono diplomata lo scorso anno con 100\100 al liceo scientifico, anche se con profonda noia - ho sempre studiato con impegno e con costanza, soprattutto per me stessa. Ma da quando è finito il liceo sono in crisi. All'inizio avevo scelto la facoltà di ingegneria gestionale, una scelta basata su stupidi criteri di valutazione: facendo ingegneria lavorerò subito, anche se non mi piace in fondo sono 5 anni, potrò lavorare fuori dal mio orrendo paesino, e via dicendo. Ho fatto due mesi e mi sono arresa alle prime difficoltà (me ne pento ma non tanto perché effettivamente non mi piaceva), tant'è vero che nel giro di 2 giorni sono passata da ingegneria a giurisprudenza (agli antipodi!). Cosa mi ha orientata a scegliere questa facoltà: "è ormai novembre e come facoltà a numero aperto ci sono economia (assolutamente no), lingue (purtroppo i corsi sono già iniziati e poi dopo che lavoro faccio? l'insegnamento mi piace molto ma è bloccato) e giurisprudenza (beh giurisprudenza mmm migliorerei la mia dialettica, aspetto che mi ha sempre interessato, potrei fare l'avvocato... anche se ce ne sono milioni!). Alla fine ho scelto giurisprudenza volendomi convincere che mi piacesse quando in realtà è una PALLA COLOSSALE! Solo libri immensi, è inutile seguire i corsi e stai sempre a casa a ripetere la pappardella! Ho fatto due esami e ho preso buoni voti 27 e 28, ma non mi sono mai sentita soddisfatta perché non ho provato piacere nel prepararli! Tant'è vero che ora sto facendo privato, ma butto intere giornate senza concludere niente. Sono diventata apatica, triste. I giorni mi scivolano addosso, mi sento un'inetta! Sto involvendo anzicché crescere. Invece vedo tutte le mie amiche convinte di quello che fanno, felici di andare all'università, certo non si divertono quando studiano però non la fanno tragica come me, che finisco per passare la giornata con il libro aperto e lo sguardo nel vuoto! Ma la cosa peggiore non è semplicemente il fatto che non stia studiando, non fa niente può capitare a tutti. Il reale problema è che sto cominciando a chiedermi sempre più spesso (da marzo): " e se a settembre andassi a fare lingue?" Ma si può essere così? Perché non riesco a radicarmi in un profilo e voglio sempre cambiare? Certamente studiare l'inglese è, almeno per me, molto più divertente e stimolante che studiare ... che so, i contratti, però se stessi solo cercando di scappare, ANCORA? E se non fossi in grado neppure di studiare lingue? Tutt' al più che una laurea in lingue offre ben poche garanzie rispetto ad una laurea in giurisprudenza. Io non so che devo fare, so solo che mi si stanno bruciando i neuroni! Vorrei solo essere serena, trovare qualcosa che mi piaccia e farla senza tutta la pesantezza che sento quando apro il libro di privato! Giunti alla conclusione che la causa dei miei mali sono io stessa, sempre io devo risolverli. Solo io posso scegliere se restare a giurisprudenza o cambiare e fare lingue. Però non riesco a scegliere e non ci riesco perché non so se non riesco a studiare 1)solo perché non ho una passione per il diritto o 2)semplicemente perché non ho voglia. Nel primo caso la scelta sarebbe facile, lascerei giurisprudenza per fare lingue. Nel secondo caso mi basterebbe solo cercare di motivarmi. Mi rendo conto che quanto detto interessi a pochi, se non a nessuno, è uno sfogo personale, come si può notare dal fatto che fondamentalmente la domanda non esiste, ma è piuttosto uno sproloquio della ragione. Qualche seria opinione mi interesserebbe, grazie.