Probabilmente, le persone con cui hai parlato, hanno sbagliato ad utilizzare toni così aggressivi nei tuoi confronti.
Si può dibattere, e confrontare le proprie tesi senza necessariamente urlarsi addosso.
Questo vale anche per tutte quelle persone che non esitano ad insultare vegetariani e vegani senza conoscerne le tesi, anzichè dibattere (ne scorgo anche in questo post).
In entrambi i casi, si denota incapacità di dialogo e carenza argomentativa.
Tuttavia, il discorso che riporti, non mi sembra per nulla assurdo.
Provo a farti un esempio.
Suppongo che tu ritenga lo schiavismo come una pratica abominevole e limitatrice dell'altrui libertà.
Ebbene, vi sono state epoche storiche in cui una pratica del genere era assolutamente legittimata, ritenuta "naturale". Si supponeva, addirittura, che "dio avesse creato i neri al servizio dei bianchi".
Data la diffusione di questa pratica, la maggioranza delle persone la riteneva legittima. Chi vi si opponeva, era considerato un folle, una persona che voleva imporre principi "contro-natura".
Avendo coscienza della brutalità di questa pratica, tu non ti saresti forse opposta, trovandoti ipoteticamente in un epoca in cui era perpetuata?
Se uno ti avesse detto "Tu fai come vuoi, io schiavizzo i neri, se a te non sta bene evita di schiavizzarli ma non venirmi a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato", quali sarebbero state le tue concezioni nei confronti di questa persona?
Avresti reputato "legittima" la sua libertà di togliere la libertà a terzi?
O ti saresti opposta?
E se qualcuno ti avesse detto: "Io non posso considerare i neri al pari dei bianchi, perchè io i neri li sfrutto e i bianchi no!", tu cosa avresti replicato?
Non ti sarebbe forse venuto da dire "E allora smetti di sfruttarli!"
Una pratica becera perpetuata nei confronti di una classe di individui senzienti, legittima forse l'avere una scarsa considerazione nei loro confronti?
Quel che è avvenuto agli schiavi, è avvenuto anche nei confronti delle donne, ed avviene tutt'ora nei confronti degli animali.
A tuo parere, si può essere "liberi di perpetuare il sessismo", cioè "liberi di discriminare le donne in quanto tali"? Oppure, questa non è effettiva libertà, in quanto si basa sulla limitazione dell'altrui libertà?
Essere "liberi di mangiare carne", equivale ad "essere liberi di uccidere ed arrecare sofferenza a terzi", per giunta senza effettiva necessità.
A differenza di quanto affermano i luoghi comuni, le "proteine della carne" sono integralmente reperibili tramite alimentazione vegetariana.
Il ferro si recupera associando legumi, cereali e vitaminaC (per giunta,in questo modo, si evitano i grassi saturi e il colesterolo, altamente dannosi ed ampiamente presenti nella carne, quindi se ne guadagna in salute).
Quanto ti dico non è semplice supposizione, ma dato appurato scientificamente.
Associazioni di medici e dietisti di fama internazionale (A.D.A, Dietitians of Canada etc..)affermano che "le diete vegetariane si adattano ad ogni fase del ciclo vitale, comprese prima e seconda infanzi, adolescenza, gravidanza e allattamento.
D'altro canto, sono moltissime le persone svezzate e cresciute secondo alimentazione vegetariana, che non hanno riportato carenze di alcun tipo, e sono in perfetta salute.
Un esempio per tutti, è la scienziata Margherita Hack. Nata e cresciuta in una famiglia di vegetariani, non ha mai toccato carne. Non solo non ha mai avuto carenze e scompensi, ma da giovane è stata campionessa in diverse discipline sportive,ed ora che è ultraottantenne presenta una lucidità mentale ed uno stato di salute decisamente invidiabili.
Ne consegue che la carne non è indispensabili: tutte le proteine di cui il nostro corpo necessità son reperibili tramite alimentazione vegetariana. Nessuna esclusa.
Quindi, mangiare carne, non è necessario ne indispensabile.
Spesso, utilizziamo giustificazioni standardizzate per legittimare il nostro consumo di carne.
Diciamo che è indispensabile, che è il ciclo della vita, chè è la catena alimentare, arriviamo a paragonarci al "leone che mangia la gazzella" etc..
Però ci rendiamo perfettamente conto di due cose:
a) il consumo di carne arreca dolore, sofferenza e morte ad esseri senzienti, in grado di percepire dolore (poichè provvisti di sistema nervoso centrale, a differenza delle piante)
b) consumare carne non è necessario per nessun motivo. se ne può tranquillamente fare a meno
Prendendo atto di questi due punti, riconosciamo che arrecare dolore e sofferenza agli animali per qualcosa di superfluo, di non necessario, è eticamente sbagliato.
L'unico motivo per cui si mangia carne, è che la carne è buona, piace.
Ma si può veramente mettere sullo stesso piano la nostra libertà di percepire una sensazione piacevole alle papille gustative, con l'altrui libertà di vivere una vita serena, senza violenze, sofferenza ed uccisione?
Anche io, come i tuoi conoscenti, ritengo che tale consumo e la sua legittimazione siano eticamente abominevoli, in quanto forme di violenza ingiustificata e non necessaria.
Anche io ritengo che sarebbe meglio che gli individui prendessero atto diquesta realtà (come è avvenuto con lo schiavismo) e cessassero tale consumo.
Tuttavia, non impongo niente a nessuno, nè urlo addosso alle persone che sembrano non prenderne atto. Anche perchè ritengo vi siano più responsabilità "sociali" che "individuali", nel persistere di tale consumo.
Mi limito a spiegare il perchè delle mie concezioni, nella speranza che servano agli individui come spunti di effettiva riflessione.
Mi auguro, quindi, che il mio ragionamento possa spingerti ad informarti sulla tematica, e a riflettere in merito.